La scelta di mettere in scena ‘Miseria e Nobiltà’ non è stata semplice: testo impegnativo, farebbe tremare le gambe a chiunque. Dopo una lunga riflessione e dopo un approfondito studio del testo, la compagnia de ‘I Genitorattori’ si è gettata a capofitto in questa straordinaria avventura. Mai come in questo momento storico, il tema di fondo di questa commedia – esilarante e a tratti travolgente – appare attuale. Anzi, attualissimo. Il divario tra la ricchezza e la povertà, tra il più sfacciato benessere e la più disperata miseria: è questo il motivo dominante del capolavoro di Eduardo Scarpetta, autore già noto al pubblico de ‘I Genitorattori’, del quale hanno recentemente interpretato con grande successo ‘Lo scaldaletto’. Ma nel testo di Scarpetta, scritto nel 1888, c’è soprattutto una lettura della “miseria vera” e della “falsa nobiltà”, in un crescendo straordinario di ilarità, tra colpi di scena a non finire e sorprese che lasciano lo spettatore incollato alla poltrona. ‘Miseria e Nobiltà’ è un testo capace di divertire e allo stesso tempo di far riflettere. E mantiene intatta, dopo oltre cento anni, la sua freschezza e la sua vivacità.
E’ stato interpretato dai più grandi attori, primo fra tutti Eduardo De Filippo, del quale si ricorda una celebre rappresentazione al teatro Odeon di Milano, nel quale fece il suo debutto anche il giovanissimo figlio, Luca De Filippo. L’ultimo adattamento è invece targato Francesco Paolantoni, volto noto della televisione, in tourneè con questo testo ormai da mesi. Ma a molti non sfuggirà l’adattamento cinematografico con protagonista assoluto Totò.
E’ allora evidente che ‘I Genitorattori’ si cimentano su una vetta davvero impervia, con l’ambizione di divertire, e far pensare.
Arturo Cagnoli, già protagonista ne ‘Lo scaldaletto’, veste i panni di Felice, scrivano disperato e senza il becco di un quattrino, al pari dell’amico Pasquale, interpretato da Andrea Pizzi, che firma anche la regia del lavoro. Le rispettive mogli, Luisella (Simona Briani) e Concetta (Mirella Martinazzoli), sono in eterna lotta, pronte anche a rinfacciare ai mariti le condizioni da fame che sono costrette a patire, insieme alla figlia Pupella (Letizia Cecchinato). Più furba la figlia di Felice, la piccola Pinuccia (Alice Pizzi, 7 anni, al debutto assoluto sulle scene): si inventa l’impossibile pur di guadagnarsi “due paninetti, quattro pizze fredde e un soldo di grissini”. Una situazione disperata, quella di costoro, che devono fare pure i conti con l’affitto da pagare a Gioacchino Castiello (Pasquale de Riso). Se da una parte c’è la miseria, dall’altra c’è la nobiltà di casa Semmolone: Gaetano (Gigi Frizzoni) stravede per la figlia Gemma (Donatella Pallavicini), che ha una gran fila di pretendenti. Tra questi il marchesino Eugenio Favetti (Giovanni Cecchinato), ma anche il seccatore Signor Bebè (Gaudenzio Salari). Di altra pasta l’altro figlio di Gaetano, Luigino (Franco Schiavone), mentre a far da servitori nella bella villa ci sono Vincenzo (Altero Manoni) e Bettina (Elena Sanvittore). Nel cast spicca anche Andrea Corti in una duplice parte a sorpresa. Questi due mondi si incroceranno, si confonderanno, in un miscuglio di equivoci. Sullo sfondo l’amore, capace di vincere qualsiasi differenza. Non c’è un attimo di respiro in ‘Miseria e Nobiltà’. Tutto è farsa, tutto è equivoco e finzione,… tutto è vita.
La regia è ancora una volta di Andrea Pizzi, che si avvale di un folto gruppo di assistenti e collaboratori.
E’ stato interpretato dai più grandi attori, primo fra tutti Eduardo De Filippo, del quale si ricorda una celebre rappresentazione al teatro Odeon di Milano, nel quale fece il suo debutto anche il giovanissimo figlio, Luca De Filippo. L’ultimo adattamento è invece targato Francesco Paolantoni, volto noto della televisione, in tourneè con questo testo ormai da mesi. Ma a molti non sfuggirà l’adattamento cinematografico con protagonista assoluto Totò.
E’ allora evidente che ‘I Genitorattori’ si cimentano su una vetta davvero impervia, con l’ambizione di divertire, e far pensare.
Arturo Cagnoli, già protagonista ne ‘Lo scaldaletto’, veste i panni di Felice, scrivano disperato e senza il becco di un quattrino, al pari dell’amico Pasquale, interpretato da Andrea Pizzi, che firma anche la regia del lavoro. Le rispettive mogli, Luisella (Simona Briani) e Concetta (Mirella Martinazzoli), sono in eterna lotta, pronte anche a rinfacciare ai mariti le condizioni da fame che sono costrette a patire, insieme alla figlia Pupella (Letizia Cecchinato). Più furba la figlia di Felice, la piccola Pinuccia (Alice Pizzi, 7 anni, al debutto assoluto sulle scene): si inventa l’impossibile pur di guadagnarsi “due paninetti, quattro pizze fredde e un soldo di grissini”. Una situazione disperata, quella di costoro, che devono fare pure i conti con l’affitto da pagare a Gioacchino Castiello (Pasquale de Riso). Se da una parte c’è la miseria, dall’altra c’è la nobiltà di casa Semmolone: Gaetano (Gigi Frizzoni) stravede per la figlia Gemma (Donatella Pallavicini), che ha una gran fila di pretendenti. Tra questi il marchesino Eugenio Favetti (Giovanni Cecchinato), ma anche il seccatore Signor Bebè (Gaudenzio Salari). Di altra pasta l’altro figlio di Gaetano, Luigino (Franco Schiavone), mentre a far da servitori nella bella villa ci sono Vincenzo (Altero Manoni) e Bettina (Elena Sanvittore). Nel cast spicca anche Andrea Corti in una duplice parte a sorpresa. Questi due mondi si incroceranno, si confonderanno, in un miscuglio di equivoci. Sullo sfondo l’amore, capace di vincere qualsiasi differenza. Non c’è un attimo di respiro in ‘Miseria e Nobiltà’. Tutto è farsa, tutto è equivoco e finzione,… tutto è vita.
La regia è ancora una volta di Andrea Pizzi, che si avvale di un folto gruppo di assistenti e collaboratori.